Prima di utilizzare una crema antinfiammatoria sulla pelle o su una zona infiammata, è fondamentale conoscere i rischi, le possibili controindicazioni e sapere in quali casi l’applicazione di questi prodotti deve essere assolutamente evitata per non aggravare la situazione. Le creme a base di cortisone e di altre sostanze attive contro le infiammazioni possono, infatti, facilitare la comparsa di effetti collaterali o complicazioni serie quando non si seguono precise regole o si scelgono i preparati sbagliati per la singola condizione.
Quando la crema deve essere evitata
In presenza di infezioni cutanee attive, come pustole, foruncoli, linfangite o altre infezioni locali della pelle o del sistema linfatico, l’applicazione di qualsiasi crema, anche quella solitamente considerata “idratante” o “protettiva”, deve essere sospesa. Secondo le indicazioni mediche, nella fase acuta della linfangite e di altre infezioni simili, «non bisogna applicare nessuna crema e non si può trattare la parte prima di 5-7 giorni, a seconda della gravità dell’infezione». In queste situazioni, la pelle risulta estremamente vulnerabile, il sistema immunitario locale è compromesso e l’introduzione di sostanze estranee può facilitare il peggioramento del quadro infiammatorio e l’espansione dell’infezione.
Ecco altri casi in cui bisogna evitare assolutamente creme antinfiammatorie topiche o sistemiche:
- Reazioni allergiche pregresse ai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei): se in passato si sono verificate allergie o reazioni avverse ai FANS come il diclofenac, questi prodotti non devono essere utilizzati.
- Problemi gastrointestinali: ulcere gastriche attive o una storia di perforazioni rappresentano una controindicazione importante, in quanto gli antinfiammatori possono peggiorare il danno epiteliale e aumentare il rischio di complicanze.
- Patologie cardiache e insufficienza cardiaca: alcune formulazioni, specie quelle sistemiche, possono aumentare il rischio di eventi cardiovascolari e sono dunque controindicate.
- Gravidanza e allattamento: molte creme ed altri farmaci antinfiammatori sono sconsigliati, soprattutto nel terzo trimestre, per i rischi che possono indurre sul feto o sul neonato.
- Malattie renali o epatiche: le sostanze attive possono interferire con la funzionalità degli organi e aggravare le patologie preesistenti.
- Uso di anticoagulanti: i farmaci antinfiammatori, compresi quelli topici, possono interagire con i medicinali anticoagulanti e aumentare il rischio di sanguinamenti.
Effetti collaterali e rischi delle creme a base di cortisone
Le creme al cortisone sono frequentemente utilizzate per ridurre infiammazioni, prurito e manifestazioni allergiche. Tuttavia, il ricorso a questi preparati, specie per periodi prolungati o su ampie aree cutanee, può provocare numerosi effetti collaterali, tra i quali:
- Assottigliamento della pelle, che determina fragilità cutanea e facilità nel manifestare micro-lesioni.
- Teleangectasie: comparsa di piccoli capillari superficiali visibili, indice di una compromissione della microcircolazione cutanea.
- Irritazione: arrossamenti, bruciore locale, prurito, soprattutto su pelli già sensibilizzate.
Un ulteriore rischio da non sottovalutare riguarda la maggiore predisposizione alle infezioni. La terapia cortisonica topica «può rendere più vulnerabili alle infezioni», sia da microrganismi esterni sia per la riattivazione di virus latenti (come herpes simplex). Il dosaggio, la potenza del principio attivo e la durata del trattamento incidono direttamente sull’entità dei rischi. Più il cortisone è potente o viene usato a lungo, più la barriera cutanea si indebolisce e la risposta immunitaria locale si riduce.
Attenzione alle interazioni, alle condizioni della pelle e ai comportamenti durante la terapia
L’utilizzo di creme antinfiammatorie può essere influenzato da molte variabili. Una delle più importanti è la sovrapposizione di altri farmaci: il cortisone, sia topico che sistemico, può interagire con vari prodotti, accentuando i rischi di effetti collaterali o diminuendo la propria efficacia. Ad esempio, il corticosteroide applicato localmente, se si assumono anticoagulanti o altre terapie immunosoppressive, può determinare una moltiplicazione degli effetti indesiderati.
Situazioni che richiedono prudenza o sospensione del trattamento
- Sovrainfezione: in presenza di segni evidenti di infezione cutanea (pus, croste, febbre locale) la crema va sospesa immediatamente e va consultato il medico.
- Linfedema: nelle zone affette da linfedema, il sistema immunitario è già compromesso, perciò anche un semplice trauma può scatenare infezioni serie. Qui qualsiasi applicazione non prescritta dev’essere evitata.
- Ustioni, scottature solari recenti: la pelle danneggiata risponde in modo imprevedibile ai farmaci topici, ed è maggiormente esposta a complicazioni.
- Dermatite atopica in trattamento con cortisone: bisogna evitare l’esposizione al sole sia durante la terapia sia per almeno 5-7 giorni dopo la sospensione, per il rischio di eritemi e scottature.
- Utilizzo su zone delicate: viso, genitali, occhi, pieghe cutanee sono più vulnerabili agli effetti avversi locali delle creme antinfiammatorie potenti.
Consigli per l’uso sicuro e alternativo delle creme in caso di infiammazione
Per limitare i rischi legati all’uso di creme antinfiammatorie, è consigliabile seguire queste regole:
In sintesi, prima di utilizzare qualsiasi crema contro infiammazione, è fondamentale valutare con attenzione lo stato della pelle, le condizioni generali di salute e la presenza di fattori di rischio seri. L’automedicazione e l’applicazione non informata possono peggiorare il problema, aumentando il pericolo di complicazioni locali e sistemiche. In caso di dubbio e in tutte le situazioni citate, il parere del dermatologo o del medico resta l’unica soluzione valida e sicura.