Stai sbagliando a tenere troppo o troppo poco sul conto corrente: ecco la cifra esatta

Gestire in modo efficace la quantità di denaro sul conto corrente è una questione cruciale per la salute finanziaria di ciascuno. Se da una parte avere una liquidità pronta garantisce serenità davanti agli imprevisti, dall’altra accumulare troppo nel conto può far perdere importanti occasioni di crescita patrimoniale, oltre ad esporre a rischi come l’inflazione o una tassazione elevata. Come individuare quindi la cifra esatta da mantenere? La risposta è meno banale di quanto si possa pensare, perché dipende dal profilo personale, dalle abitudini di spesa e dalla percezione del rischio. In Italia, la regola generale suggerita dagli esperti è mantenere sul conto una somma sufficiente a coprire le spese mensili correnti, un fondo di emergenza e poco oltre, investendo il surplus per evitare sprechi.

Gli elementi che influenzano la giacenza ideale

Non esiste un unico numero valido per tutti: la somma da tenere sul conto corrente è il risultato di una valutazione ragionata e personalizzata. Influenzano questa scelta almeno cinque fattori fondamentali:

  • Spese mensili: ogni persona o famiglia deve calcolare con precisione le spese fisse e variabili, dal pagamento di affitto o mutuo alle bollette, dal cibo ai trasporti. Mantenere una liquidità pari a uno-due mesi di queste spese permette di evitare scoperti e commissioni bancarie in caso di imprevisti.
  • Reddito e sua prevedibilità: chi ha un reddito stabile può permettersi di tenere meno liquidità, mentre chi ha entrate irregolari (professionisti, stagionali, autonomi) deve prevedere una riserva maggiore.
  • Obiettivi finanziari: pianificare l’acquisto di una casa, un viaggio, la pensione o l’educazione dei figli comporta la necessità di gestire la liquidità in modo mirato, destinando una parte agli investimenti o ad appositi conti risparmio.
  • Tolleranza al rischio: chi è più prudente preferisce una maggiore liquidità, mentre chi è propenso agli investimenti può ridurre la quota sul conto corrente.
  • Accesso ad altre fonti: la facilità di ottenere finanziamenti o di mobilitare investimenti può influire sulla scelta di una cifra più bassa per la giacenza disponibile.
  • Le regole pratiche più seguite

    Il dibattito su “quanto” tenere sul conto corrente è sempre molto acceso, e negli ultimi anni sono emerse alcune regole pratiche riconosciute dagli operatori finanziari e consulenti del risparmio:

    Uno-due mesi di spese più un cuscinetto

    Una delle linee guida più apprezzate suggerisce di tenere sempre a disposizione una cifra pari a uno o due mesi di spese, a cui aggiungere un “cuscinetto” di almeno il 30% rispetto a quell’importo. Per esempio, se ogni mese si spendono 1.500 euro, la giacenza raccomandata si colloca tra 1.950 e 3.900 euro. Ciò consente di fronteggiare con tranquillità eventuali imprevisti, come una bolletta più alta, una riparazione improvvisa o un periodo di disoccupazione.

    La regola del fondo di emergenza

    Non meno rilevante è la costruzione di un fondo di emergenza, che molti esperti indicano in una somma pari a tre-sei mesi di spese medio-mensili. Questo capitale va conservato in modo facilmente accessibile e sicuro, per far fronte in tempi rapidi a imprevisti gravi (come una spesa medica o la perdita del lavoro). Secondo alcune fonti, la cifra ottimale di liquidità sul conto corrente è “poco meno di 5.000 euro”, per evitare costi di bollo annuali maggiori.

    Troppa liquidità: rischi e costi nascosti

    Mantenere grosse quantità di denaro sul conto corrente in modo passivo comporta diversi rischi e svantaggi economici:

  • Inflazione: la crescita costante dei prezzi fa perdere valore reale al denaro non investito. Nel lungo periodo, lasciare tutto sul conto corrente significa erosione del potere d’acquisto, soprattutto se il conto non genera interessi apprezzabili.
  • Tassazione: in Italia, i conti con giacenza superiore a 5.000 euro sono soggetti a un bollo annuale di 34,20 euro. Superare questa soglia senza una reale necessità espone a un costo ingiustificato.
  • Rischio bancario: anche se i conti correnti sono tutelati dal Fondo Interbancario fino a 100.000 euro, concentrare troppi fondi su un’unica banca non è consigliato, soprattutto in presenza di situazioni finanziarie poco solide.
  • Mancate opportunità: lasciando liquidità ferma si rinuncia a potenziali guadagni provenienti da investimenti diversificati e mirati, come titoli di stato, obbligazioni, fondi, beni immobili (investimento), o anche strumenti più innovativi come l’equity crowdfunding.
  • La regola 50-30-20

    Un famoso metodo per la gestione finanziaria, la regola del 50-30-20, offre un ulteriore riferimento utile: il 50% delle entrate dovrebbe essere destinato alle spese essenziali, il 30% alle spese discrezionali e il 20% al risparmio, ovvero ai fondi di emergenza e agli investimenti. Applicando questa regola con continuità, si evita che la liquidità rimanga inutilizzata e si favorisce una crescita patrimoniale sostenibile.

    Personalizzare la strategia: come trovare il proprio equilibrio

    Non bisogna dimenticare che la “cifra esatta” resta comunque soggettiva e va aggiornata nel tempo. Ecco alcune indicazioni utili per adattare la teoria alle proprie esigenze:

  • Analizza periodicamente il bilancio familiare e aggiorna le stime delle spese mensili.
  • Considera se la situazione lavorativa o reddituale è cambiata (ad esempio, passaggio da lavoro dipendente ad autonomo, pensionamento, cambio di residenza).
  • Rivedi la composizione del fondo di emergenza dopo eventi significativi come matrimonio, nascita di figli, acquisto di un immobile.
  • Non dimenticare le eventuali spese straordinarie programmate (rinnovo dell’auto, ristrutturazione, viaggi importanti).
  • Valuta la possibilità di destinare il resto della liquidità a strumenti di investimento, che possono garantire una crescita costante dei risparmi, proteggendo il capitale dal rischio inflattivo.
  • Quando è troppo poco?

    Mantenere troppo poco sul conto significa esporsi al rischio di scoperto bancario, di penali salate e di dover ricorrere a crediti ad alto costo nell’emergenza. Inoltre, una scarsa liquidità può generare ansia e incertezze nella pianificazione della vita quotidiana.

    Quando è troppo?

    Al contrario, lasciare una cifra superiore ai 5.000 euro se non motivata da progetti precisi può diventare un freno alla crescita patrimoniale e un lusso ingiustificato. Meglio impiegare quel denaro in modo strategico, scegliendo forme di risparmio o investimento che meglio si adattano alla propria propensione al rischio.

    In sintesi, la gestione ottimale del conto corrente passa per un’attenta valutazione delle esigenze, una costante revisione delle abitudini di spesa e una sana propensione alla crescita finanziaria. Solo così è possibile individuare la cifra esatta, vivendola non come un vincolo rigido, ma come strategia per il benessere economico e la tranquillità personale.

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